Jadrija
stazione balneare

Nel luglio del 2019, di ritorno da un viaggio in Albania, decisi di fare una sosta a Sebenico, città gioiello della costa croata.
Dopo aver preso possesso del mio alloggio, spinto dalla voglia di bagni di mare, su consiglio del mio affittacamere, mi recai presso il molo da cui ogni giorno partiva un piccolo battello alla volta della spiaggia di Jadrija, minuscola località situata su di un isolotto all'ingresso occidentale del canale di Sant'Antonio, proprio di fronte all'insenatura del porto di Sebenico.
A Jadrija nel 1922 fu costruita una stazione balneare composta da una lunga e stretta fila di cabine in cemento dalle porte colorate, allineate tra il mare e la pineta retrostante, a tutt'oggi sito architettonico protetto.
Il mare Adriatico mi accolse rivelando a poco a poco il suo splendore, simile ma altro da come lo ricordavo sul versante romagnolo, meta abituale delle mie vacanze giovanili.
Ogni cosa era immobile, imprigionata nella luce affilata di quel mezzogiorno di piena estate.
Di tanto in tanto un bagnante si staccava dal cemento per tuffarsi nel blu e nel cobalto, rimescolando i colori e scomponendone la metafisica o, come attore involontario tra le quinte di un teatro, traversava gli angusti passaggi tra le cabine, svelandone rituali e misteri.
Allora anch'io mi tuffai.
E nuotai, respirando tutta l'acqua e tutto il cielo che potevo, così come l'amico Goran ogni giorno a quell'ora era solito fare.